Ferdinandea
"Emersa nel 1831 e subito risprofondata, dell'isola Ferdinandea resta solo il fantasma. Che però nutre l'arte di un ispirato artista siciliano [...]. Quadri astratti, quelli di Gulino, dove ricorrono ossessivamente l'eruzione, i battelli in fuga, il cratere infuocato. E poi paesaggi subacquei, danze di pescispada, perfino un teatro sottomarino, simbolo dell'isola che rappresenta se stessa [...]. Un disegno nascosto, una svirgolata di pennello dove si riconosce la sagoma dell'isola, metafora del mistero, dell'assenza, della sottrazione". (Laura Anello, Davanti a uno scoglio scomparso, in Specchio-La Stampa, 2004)
«L'isola si ribellò contro gli uomini che volevano impossessarsene, si ritirò nel momento esatto in cui quegli uomini piantarono le loro bandiere su di lei» spiega Gulino, un artista che vive e lavora in un labirinto di grotte, studi e stanze vuote. «Io non la vedo come una roccia qualunque, ma come una cosa pensante», aggiunge, aprendo e scuotendo leggermente un contenitore di plastica trasparente per farne uscire fuori una manciata della sabbia nera dell'isola. (Cristopher Emsden, Sicilian artist paints island's legs and soul, in Herald Tribune, New York, marzo 2000)